Come si fa a resistere ai soavi rimbrotti di MadamaCerveza? Non si può.
Giustamente.
E difatti pur essendo una scapestrata, eccomi qua ad adempiere al mio bloggesco dovere.
Innanzitutto, confesso che vi leggo poco, e pure di fretta, colleghe Bridgets: potrete mai perdonarmi per questo? Il fatto è che non ho tempo. Non ce la faccio financo a scrivere sul mio, di blog, e di tanto in tanto lo aggiorno solo per costringermi a scrivere in modo bloggesco e demenziale, sommersa dalle lezioni di un'università che dovrò pur - prima o poi - finire, dalla gestione di una casa sita in un condominio che ricorda molto da vicino la torre di Babele nel suo periodo decadente, da un Uomo con cui il rapporto è tanto passionale da richiedere una mole di energie spropositata - sia quando si tratta di questioni orizzontali, sia quando cominciamo a usare i piatti dell'ikea a mo' di frisbee mirando alla testa dell'altro con un sottofondo di urla belluine: "nummedevicaca'ercazzoteestecazzodeparanoieeeeehhhhh"; "seiunostronzoegoistavattenaffanculooooohhhhh"; ecc. -.
Poi c'è questa cosa che io non è che ci ho mai creduto più di tanto, o amichebriggezz, però ultimamente forse un tocchettino comincio a crederci.
E questa cosa è la scrittura.
Presempio, che qualche tempo fa una mia amica di feisbucche che lei e il compagno hanno scritto dei libbri di quelli che un editore viene e te li pubblica, mi ha chiesto a me e a certi altri tizi seppercaso ci andava di leggere dei nostri racconti su un tema in particolare alla presentazione di questi libbri. Io ho detto sì però mi facevo sotto dalla paura a leggere una cosa mia alla presentazione di un libro di qualcun altro, che tra l'altro questa cosa mia mi sembrava pure abbastanza una schifezza avendola scritta in una mezz'oretta scarsa e non ci avendoci nemmanco ricontrollato bene l'ortografia che infatti alla mia amica gliel'ho mandata che da qualche parte c'era pure scritto "un'altro" perché avevo cambiato sostantivo e poi avevo corretto l'aggettivo sì, e l'articolo no.
Vabbè.
Alla presentazione io ho letto questo fatto e c'era Uomo tra il pubblico, ammé mi tremaveno le gambe mentre dicevo quelle cose ad alta voce e la gente mi guardava, quando ho finito mi hanno fatto l'applauso e Uomo aveva gli occhi strani e io ho pensato "ecc'aa'llà, si vergogna, ho fatto schifus", invece lui ha detto "amore, li hai pietrificati tutti", e io un po' tremavo, ebbene sì, amicheBriggezz, non ridete, tremavo un po'.
E poi alla fine di tutta la presentazione di questi due libbri c'erano gente che mi fermava e mi diceva occomeseibrava, fai teatro?, no, macché, ah, eppure sembrava di sì, comunque complimenti. Anche la mia amica e il suo compagno mi hanno fatto delle dediche troppobbellissime sui libbri, e siccome loro sono due acidi maledetti tutti e due con gli esordienti quelle dediche per me valgono anche doppio, così come vale doppio che lui, lo scrittoro, mi ha detto serio serio "mi raccomando, vai avanti, scrivi!".
Quello che poi vale decuplo è che l'editore - ebbene sì, pare che alle presentazioni ci vadano anche gli editori - mi ha fermata e mi ha detto "chemmicaciaiqualcosadamandarmi?". Io sono diventata tipo come i bambini quando fanno la cacca e si bloccano lì sul posto in preda a un attacco di catatonia. Immobile.
E poi, grandissima stronzadeficiente che sono, ho risposto: "no".
Perché con tutto quello che è successo quest'estate, con l'ansia per papà, con gli esami, con tutto quel rotolarsi su ogni superficie rotolabile con Uomo, non ho scritto due righe in croce che fossero due, o perlomeno nulla di decente e presentabile a un editore che ti chiede secciaiqualcosadamandargli.
Però nel frattempo Uomo mi si è avvicinato, mi ha preso la mano, e allora ho aggiustato il tiro.
"Cioè, in realtà avrei una mezza idea per un romanzo. Ma è solo un'idea, per l'appunto, e pure mezza, per giunta".
"Non fa niente, quando hai qualche capitolo mandamelo, così, senza impegno, e vediamo come va... ok?".
Guarda come dondolo guarda come dondolo coooooon il twist... le ginocchia tremano... twist twist!
E insomma niente, ecco, adesso scribacchio, poco, butto giù idee, con calma, leggo Saramago Atwood Calvino e mi riprometto di riprendere in mano Gadda, ho poco tempo per tutto e quel poco che resta se lo mangiano i criteri diagnostici del DSM-IV, che sono praticamente diventati il mio svago serale.
Ecco, penso che questo sia il mio post più incasinato e scritto peggio di sempre, però in compenso posso dire che la DIAS è ben lontana.
Che magari a voi non ve ne frega niente.
Ma per me è una gran cosa.
No, non ti perdoniamo, e si, gioiamo con te per la DIAS XD
RispondiEliminaDSM-IV....mmmh...come ti capisco! :P
RispondiEliminaMa se mi incenero la testa, mi perdonate? (biondo cenere...)
RispondiEliminaLilith... pissicologa o mediconzola?