mercoledì 16 febbraio 2011

Di leggerezze e banalità


Ieri stavo studiando (cioè contavo le pagine da escludere dal libraccio di diritto dell'Unione Europea) e, attraverso non so bene quali processi mentali, sono arrivata alla conclusione che c'è troppa superficialità nell'usare le parole. “MA CHE SCOPERTA MERAVIGLIOSA!” direte voi “...equiparabile solo alla scoperta dell'acqua calda” aggiungo io.



Questo post sarà di una banalità sconcertante ma a me le cose banali a volte mi fanno pensare.



In genere una storia va così: ci si conosce, ci si piace, si sta insieme e dopo 3-4 giorni (quando si va lentamente) già partono in loop frasone impegnative tipo “tu sei tutta la mia vita” o “tu sei quella che cercavo” oltre, naturalmente, al super-inflazionato “ti amo” che ormai si riserva anche al tizio che ti lascia entrare per prima dal salumiere, ma solo per guardarti il didietro.



Ma... seriamente? Voglio dire, le cose sono davvero diventate così squallide o sono io ad essere schifosamente all'antica? No ditemelo perché, se quella sbagliata sono io, cercherò di rimediare, lo giuro!



È solo che non riesco ad arrendermi a questa cosa... Si sa che i primi tempi insieme sono tutti rose e fiori, tutti ciccipucci, non ci si scolla un secondo, si sospira ad ogni cosa ci ricordi la nostra cara e dolce metà che ci sembra sempre perfetta e bellissima. È la norma. I problemi vengono quando questa prima fase passa e SOLO ALLORA -sempre secondo il mio banalissimo parere- ci si conosce per quelli che siamo e quindi... perché non aspettare un pelino di più prima di sbandierare amore eterno al tipo conosciuto appena 3 quarti d'ora fa?



 



Fine del post più noioso della storia, adesso vado a riflettere sul fatto che si stava meglio quando si stava peggio.

5 commenti:

  1. Accidenti, spesso sono proprio io "il tizio che ti lascia entrare per prima dal salumiere, ma solo per guardarti il didietro", ma nessuna mi ha mai detto TI AMO per questo... dove ho sbagliato?

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  2. E io che invece sto studiando proprio questo. Il primo "stare insieme" della neo-coppia, sai come si chiama? "Contratto fraudolento". Quella roba lì, tutta rose e fiorellini. Poi c'è il contratto vero e proprio e lì si vede se ci sia qualcosa di solido sotto.
    Mi sa che pure io sono all'antica. 
    Ma la psicologia è dalla mia parte.

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  3. Ma almeno non siamo sole, povere e pazze! Comunque non poteva esserci definizione migliore di "contratto fraudolento" per quella fase lì!

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  4. Non ho niente contro i contratti fraudolenti. Purché siano taciti.
    Almeno ci si evita la figura dimmerda. La faccia è importante, in un rapporto, dato che spesso quando finisce è l'unica cosa che non va a pezzi.

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