lunedì 21 febbraio 2011

Usi criminosi

Amiche briggezz. ciao a tutte.
Con questo post, intendo fare un uso criminoso di mezzo pubblico, perché innanzitutto vi volevo dire che io oooodio splinder, in quanto nei giorni scorsi ho provato più volte a commentare i vostri post, ma quando li inviavo mi compariva una specie di errore e si scancellava tutto. Il che è grave soprattutto per i commenti al post di Cerveza, che erano delle cose lunghe e articolate e dopo la terza volta che ci riprovavo (perché, essendo io una Giorgiona patentata, mica salvavo... noooo! ogni volta riscrivevo tutto daccapo) ho mandato a quel paese splinder, il Ctrl+C, l'Italia metà galera, poi l'Italia tutta intera, i Puffi, Gargamella, li mortacci loro e chi non glielo dice con la voce di Mike Bongiorno (cit.).
Mo se splinder mi cancella pure questo post, gli mando contro uno dei superpersonaggi creati da mia madre dopo il famigerato Tomonx, protagonista di Forrest Gump: la nuova Nemesi di internet, Margherita Hacker!

Ma comunque.

Per tornare a fare la zitella seria che scrive di cose serie, volevo aggiornarvi con l'ennesima chicca prodotta dalla mente - ormai acclaratamente malata - di Furio, a.k.a. Sestoscemo, a.k.a. l'ultimo trofeo nella mia magnificente esposizione di psicopatologia umana maschile.
Riassumendo brevemente: dopo esserci lasciati, sono sopravvenuti giorni di intensi litigi per incomprensioni e malintesi (forse), occasioni nelle quali io do il meglio di me quanto a interpretazione del ruolo della Pazza Isterica e Acida Oltre Ogni Dire. Mi aspetto di essere chiamata dall'Academy a giorni, per la nomination.
Però poi calma, tranquillità, e non-sentenza reciproca. Solo che io sono fatta un po' così, diciamo, sono fatta strana, e questa cosa che l'ultima volta che ci siamo visti - la mattina del 23 dicembre, quando sono partita per il Paesiello Natio - era un'apoteosi di cuoricismo da diabete, e poi è successo un '48 (anzi, un '96, ma che dico? un '3578, un esponenziale n tendente all'infinito...) tutto e solo per telefono e via mail, proprio non mi scendeva giù. Non che volessi tornarci insieme, considerate le cose di cui vi ho già parlato. E' solo che a me pare sempre brutto chiudere le cose "virtualmente": al punto che per esempio l'anno scorso presi bel bella un treno per Torino la mattina dopo aver chiuso una storia, col rischio che lui neanche venisse a prendermi alla stazione, perché non mi scendeva giù che ci dovessimo mollare definitivamente per telefono (per la cronaca: lui ci venne, alla stazione, e rimasi là due giorni, e forse, anche se furono gli ultimi, sono stati i momenti più belli che ho passato con lui... ma il tizio in questione era di tutt'altra tempra, rispetto al nostro buon Furio). Sarà che voglio le lacrime in diretta, le voglio toccare - le mie e le sue -.
Insomma a fine gennaio ho chiamato l'ottimo Furio per chiedergli di vederci, e anche per chiedergli se mi portava dei libri che cerco da anni, quando tornava da Parigi. Lui ha glissato, "no, è meglio di no... lasciamo tranquillizzare un po' le acque". Quali acque? Di che?
E dopo due giorni mi ha richiamato per chiedermi "ma cosa volevi dirmi l'altro giorno? solo dei libri?" "no, volevo chiederti dei libri, e di vederci" "e nient'altro?" "... in che senso?" "no, niente, così". Il misterioso Furio.
Qua, a onor del vero, devo dire che io ho commesso un errore: nel senso che lui mi aveva già detto, seppure con spiegazioni per nulla plausibili, che non ci teneva a vedermi. Però io qualche giorno dopo, dovendo accamparmi per una giornata intera in una biblioteca vicino casa sua, l'ho chiamato per chiedergli se volesse pranzare insieme a me. Mea culpa, briggezz, lì ho fatto una cazzata, ma comunque non mi sarei mai aspettata la sua reazione glaciale nel rispondermi, né la pippa chilometrica che mi ha attaccato di conseguenza, sul fatto che avremmo dovuto aspettare per poter essere amici ("Fu', ma io non penso che io e te possiamo essere amici... cioè, con Ex ci sarei potuta rimanere amica, ma con te... boh, non so se voglio..."), in modo che poi se avesse avuto una storia con un'altra avrebbe potuto presentarmela ("Fu', così come a me hai presentato tutti gli amici tuoi? specialmente la tua Ex Grandissima Scassapelotas?"), che in effetti se non mi aveva presentato i suoi amici forse era perché a me non ci teneva poi così tanto ("ah, è per questo che mi hai crocefissa per due mesi per venire a passare l'estate a casa mia e perché io dicevo che preferivo non farti conoscere i miei genitori così presto, e tu hai fatto una caciara che non finiva più, accusandomi di avere la tipica mentalità chiusa del Sud?" - che poi, strunz, tu avrai anche preso l'accento romano, ma sei di Napoli, no di Bolzano nord... -).
Insomma, dopo quella telefonata ho preso un pennarello rosso formato gigante di tipo indelebile per superfici cerebrali, e mi sono auto-tracciata una vistosissima X in zona ippocampo-lobo limbico, in corrispondenza del suo nome.
Sennonché, in un terso pomeriggio di metà febbraio in cui sto amabilmente dando vigorose capate sul libro di psichiatria, mi giunge una telefonata da un numero che non conosco. E' l'avventuroso Furio, appena tornato dal viaggio in terra francofona, che mi ingiunge di sedermi, perché ha delle cose non piacevoli da dirmi.
Io mi spavento: oddio ha l'AIDS, oddio sua mamma si è sentita male, oddio gli hanno rapinato casa, oddio è caduto l'aereo e mi chiama per comunicarmi che è morto.
Niente di tutto questo.
Con voce greve, venata di funereo, mi dice che si è sentito usato - da me -, per il fatto che lo chiamavo con tanta insistenza per vederci, e che aveva capito tutto, che ormai aveva messo insieme le tessere del puzzle, che insomma all'inizio lui era in buona fede ma poi difatti mi aveva chiesto quali fossero i reali motivi del mio cercarlo, e anche se non avevo avuto il coraggio di dirglieli lui li ha capiti lo stesso e ha sentito che stavo mancando di rispetto a lui e alla sua Nuova Compagna - sì, ha detto proprio così: Nuova Compagna - perché ormai era inutile negarcelo, lui aveva una Nuova Compagna, e io li avevo messo entrambi in imbarazzo, ero stata del tutto irriguardosa...
Che a quel punto a mezza voce ho detto va bene, tu avrai capito tutto, ma io, sinceramente, non ho la minima idea di cosa tu stia parlando
E lui, con voce glaciale, sprezzante, ma sicura come si confa a ogni buon cavaliere senza macchia e senza paura: "tu mi chiamavi perché mi volevi come trombamico, e questa mi sembra una cosa molto brutta da parte tua, anche perché io ho già un'altra storia, e sai, lei potrebbe aversene a male".
Ora: immaginatevi un bel punto interrogativo, ma grosso, grossissimo, giallo e ciccione. Stava là, sulla mia capoccia, mentre lo ascoltavo e mi chiedevo se gli sbalzi di pressione in aereo potessero causare danni così ingenti al cervello umano, al punto da fargli partorire una cosa del genere. A lui. Alla persona con cui ho passato otto mesi della vita mia, e la quale avrebbe dovuto sapere meglio di chiunque altro come io dica esattamente quello che penso, pure se quello che penso è "guarda che io in questo momento anche se sto con te mi scoperei un altro perché questa storia non mi sembra neanche più una storia", pure se quello che penso è "anche se ti conosco da solo sei ore, mi piaci da morire, e ho voglia di fare l'amore con te e non me ne frega niente se pensi che sono una troia che la dà al primo che passa, io vorrei che tu dormissi da me stanotte".
Poco ci mancava che gli scoppiassi a ridere in faccia.
Ma lui insisteva: e allora perché mi chiamavi?
Perché mi sembrava surreale lo sbalzo tra l'ultima volta che ci siamo visti, e tutto quello che è successo dopo, perché avevo bisogno di vederti, reale, sapere che era tutto finito guardandoti in faccia.
E lui ancora, pervicace: mi sembra che non abbia senso.

Perché invece questa faccenda che io ho mancato di rispetto a lui e alla di lui Nuova Compagna - che manco sapevo che esistesse - in quanto ostinatamente convinta di volerlo come trombamico, di senso ne ha a bizzeffe, una cosa che domani mattina me lo vado a vendere al mercato tutto questo senso che mi avanza e che non so più dove metterlo ché ne ho gli armadi pieni.

Cioè.
Siamo stati insieme otto mesi, e non ha capito un'emerita ceppa di me. A saperlo prima, qualche volta avrei provato a sgattaiolare fuori dalla macchina mentre guidava e mi ammorbava con i suoi tornei di Magic, mettendo al mio posto un pupazzo formato gigante di Winnie the Pooh, per cronometrare quanto ci metteva ad accorgersi della differenza.
Chissà, magari finiva che se lo sposava...

PS: cerve', ma te lo posso mandare come messaggio privato, il commento, o cominci a insultarmi per violazione della privacy?

5 commenti:

  1. Manda manda pure.
    E comunque, la sua risposta "mi sembra che non abbia senso"... MA MUORI!

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  2. Non ti preoccupare, è l'aria rarefatta dell'alta quota... Incredibile.

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  3. ahmbè, mi fa piacere sapere di non essere l'unica a teorizzare un cortocircuito nelle sinapsi di chi fa discorsi del genere.

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  4. Piuttosto mi chiedo che persona sia stata in quegli 8 mesi in cui siete stati insieme u.u

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  5. è stato una persona che non mi ha mai detto "sei bella", al massimo "hai gli occhi belli" (non che io sia una stragnocca, ma insomma, nessuno ti obbliga a stare con me).
    è stato una persona che quando mi si è rotta la valigia a Bruxelles non ha fatto neanche il gesto di volermela portare - non che io lo volessi - lasciandola portare a turno ai miei amici, e risolvendosi a prenderla solo dopo che gli ho sibilato che l'avrei portata io, ma di prendersela lui dalle loro mani, ché a lui l'avrebbero data mentre a me no.
    io pure, però, sono stata una persona scema.

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