sabato 25 settembre 2010

Post 2.1 ultimate version


Il mio pc è andato, con esso anche tutti i miei dati, tra i quali la seconda parte del post che avevo già scritto con tanto amore. Quindi quanto state per leggere è una rielaborazione, dopotutto i contenuti sono sempre gli stessi!

Capitolo 3: Ripresa – L’amore nasce in situazioni drammatiche.
Poi mi dai la notizia “Ho vinto la borsa erasmus, vado in Spagna per nove mesi!”
Che bello, che felicità, erano già due anni che mi assillavi con l’erasmus e finalmente ci sei riuscito.
Te ne vai in Spagna, la Spagna, tu ami la Spagna, ci siamo stati tante volte insieme e t’è sempre piaciuta, le ragazze poi, lì son sempre disponibili, beate loro.
Ma nove mesi sono tanti, sono quasi un anno, e grazie che ci sto male, sei l’unico vero amico che mi sia rimasto, come potrei non starci male? Ma non fa niente, se tu sei felice, va bene così.
Passiamo gli ultimi momenti insieme, le nostre esperienze solite rese ricordi fissi.
Insieme come fidanzati, forse non te ne sei mai reso conto, ma lo sembriamo, sai? I ragazzini ci chiedono quando ci sposeremo, oppure mi dicono “Sta arrivando il tuo ragazzo” oppure ti dicono “La tua ragazza è gelosa?” riferendosi a l’uno e all’altra. Si, ma tu ora parti e io avrò tempo per disintossicarmi da te.
Finalmente. Nove mesi senza la tua presenza, senza il tuo profumo che mi fa girare la testa, che mi rende felice. Senza te. Magari non ci sentiremo neanche più di tanto, e allora, il mio obiettivo sarà raggiunto: mi farò una vita senza te. Posso stare senza te. Questo ne sarà la dimostrazione.
Vai in vacanza con Cosa, felice lei di averti solo per sè ed un mio semplice messaggio, letto da lei, diventa fonte di scompiglio. Si è arrabbiata, se l’è presa con me, sono una stronza.
Cazzo che brutto effetto fa un “Buonanotte”. Un pensiero gentile, un’abitudine che avevamo preso.
Non voglio farvi litigare, non ti rispondo più, la disintossicazione comincia in anticipo.
Ma tu non sei d’accordo. Ogni giorno mi invii messaggi pregandomi di rispondere, dicendomi che hai bisogno di me, che ti manco, che mi vuoi bene.
No, mi spiace, sono inamovibile.
Così torni, gli ultimi giorni insieme, qualche uscita in compagnia, ma Cosa non deve sapere che ci sono anch’io, ovviamente. Quasi fossimo amanti, tutto di nascosto, tutto in gran segreto.
Ogni sera mi dici che sono bella, mi sorridi in un modo così dolce che io non riesco a comprendere.
“Sarà la dopamina” penso, è brillo della presenza di Cosa, penso.
31 agosto 2010, l’ultima data che ricordo. L’ultimo giorno insieme. Mi hai fatto promettere di non piangere. Te lo prometto non piangerò.
“Ti ho portato una cartolina” mi dice, si, magari me l’ha scritta pure Cosa. “E’ a casa, vienila a prendere”. Così nel bel mezzo della festa organizzata per stare ionsieme ci allontaniamo.
Ma tu non vuoi darmi la cartolina, lo sento, lo vedo, sei titubante.
nel buio del tuo salotto mi abbracci e mi dici “Mi mancherai”
“Anche tu mi mancherai…”
“Di la verità”
“La verità? MI mancherai, è questa la verità”
“Qual è la verità?”
E mi baci. Proprio sulla bocca.
Probabilmente il bacio che aspettavo da 3 anni.
Ho il cuore che mi scoppia, sta cercando di sfondare lo sterno, ho paura che tu lo senta. Ti allontano.
Sei fidanzato. Ho dei principi. Purtroppo. Niente bis. Non si può.
E mi abbracci, o forse sono io che mi lancio con la testa sul tuo petto, e ascolto il tuo cuore correre all’impazzata mentre penso, grido “Stronzo, idiota, bastardo”. Stai tremando, forse stai piangendo, ma io no, non posso. Mi dai la cartolina, sei confuso, inebetito, non riesci a far le cose per bene. Torniamo dagli altri e io mi allontano da tutti per piangere. No, non un pianto normale, una disperazione, un continuo chiedermi perché. Inveisco contro di te, hai rovinato 8 mesi di lavoro per allontanarti, per vederti solo come amico. Otto mesi per cacciarti fuori e tu rientri senza chiedere permesso. Egoista.
Fingo per il resto della serata, tu mi cerchi, cerchi la mia mano, io cerco di restare vigile, concentrata.
Un ultimo saluto, e corro a casa.
Mentre vomito lacrime i tuoi messaggi nella notte: domani  parto e quello che dovevo dirti te l’ho detto con un bacio, mi mancherà la tua dolcezza e il fatto che ti prendi cura di me senza chiedere nulla, mi mancherà il tuo profumo, i tuoi occhi…
E altre cose in tinta. Ti dico che ti aspetterò per quando tornerai a Natale, e tu che non sai come tornerai.

Epilogo.
Grazie per avermi lasciato la confusione. Mi dici che anche tu sei confuso, dopo quel bacio non sai più cosa provi per Cosa, ma qualcosa per me lo provi. Ma io vengo dopo. Dopotutto non sono mai stata un problema, sono accomodante io, ascolto tutto e tutti io. Ma Cosa è assillante, è gelosa, possessiva, vi siete lasciati e ancor di più non so che fare. Non so se esultare o preoccuparmi.
Mi hanno detto che erano 3 giorni che piangevi.
Ma nessuno se n’è fregato di tre anni persi a piangere per te.
Dici che non vuoi farmi soffrire.
Lo stai facendo sbagliato.
Provi qualcosa per me? Eppure ora a distanza di un mese non me lo sai dimostrare. Neanche lontanamente. E io non so che fare. Sei libero, potresti “spargere il seme” tranquillamente, e io non avrei diritto di dirti nulla, perché non so chi siamo, e intanto cosa farò io qui? Mi sto chiudendo in un vuoto asettico nella mia mente, continua a venirmi in mente ogni particolare di quella sera, maledetto tu. Continuo a chiedermi se mi vuoi sentire o meno, se davvero ci tieni a me o no. Mi sto logorando, e mi stufo di sentirmi dire “Tirati su!” “Trovati un altro” “Non ci pensare”…parlare è facile, grazie. Fingo d’essere felice per non ricevere domande, fingo che vada tutto bene, ma non parlo di te. Mai.

Ti ho detto che ti avrei aspettato a Natale, ma non so cosa troverai di me a Natale.

*AmaRa*
 
Questo è quanto, mi spiace aver perso l’originale, era stato scritto in periodo certamente migliore sicuramente era anche scritto meglio, ma questo è il succo. Intanto io sto qua.

martedì 21 settembre 2010

Senza speranze

Sì, sono ufficialmente una codarda. Ormai mi sono convinta: parlerò a CapitanFenomeno, succeda quella che succeda. Ci allontaneremo e scambieremo solo qualche parola ogni tanto, così per cortesia? Diventeremo totalmente sconosciuti? Non mi prenderà più in giro per qualsiasi cosa? CHISSENEFREGA.
Ho trascorso un anno pensando segretamente a lui e non avevo mai preso sul serio l'ipotesi di parlargli per dirgli chiaramente come vanno le cose ma ora ho capito (meglio tardi che mai) che a questo punto è ridicolo andare avanti in questo modo e quindi ho deciso di prenderlo da parte per due minuti di orologio (sì, mi sono cronometrata e mi ci vorranno 1minuto e 30 secondi per dire tutto, gli altri 30 secondi li inserisco sotto forma di pausa tra una frase e l'altra) e dirgli tutto. 
Ok, le intenzioni ci sono tutte. Manca la volontà. Come sempre. 

Ormai ci vediamo solo durante il fine settimana e ovviamente gli unici giorni a mia disposizione sono, appunto, il sabato e la domenica e, volendo, non mancano neanche le occasioni per parlare con lui dato che stiamo quasi sempre da soli però, come dicevo prima, sono una codarda. Seduta su una panchina, con lui, soli, si parla tranquillamente, mi decido "adesso gli dico tutto d'un fiato", tutti gli organi interni cambiano posizione arbitrariamente nel giro di 4,2 secondi per il nervosismo, momento di silenzio "il momento perfetto" mi dico, "Ora parlo. Adesso apro la bocca e butto fuori tutto quello che ho dentro. Sì, adesso lo faccio. Sono CONVINTA" e poi ovviamente passo dalla convinzione più assoluta a "Vabè magari questo non è esattamente il momento migliore, posso dirlo anche tra qualche minuto" per poi passare al "No, glielo dico domani" concludendo con un "ma quanto sono inutile e senza coraggio?" però l'ultima fase viene raggiunta solo quando io sono ormai a casa e l'occasione è ovviamente sfuggita. 
Ormai mi sembra chiaro: sono un caso disperato. 

lunedì 20 settembre 2010

Ormone infame

Nella precedente puntata (perché oramai, ammettiamolo, la mia relazione è diventata una soap-opera) vi ho menzionato ragazzorefrattarioalromanticismo.
Nella puntata di oggi vi parlo di me. O meglio: della mia reazione alla vista di amico di ragazzorefrattarioalromanticismo.
Amico di regazzorefrattarioalromanticismo è, a mio avviso, uno gnoccolone.
È alto, è enorme. È massiccio, spalle gigantesche, braccia possenti e un fondoschiena che a guardarlo ti ipnotizza. Aggiungiamo anche un occhietto vispo,due labbra carnose e il gioco è fatto.
Quando guardo amico di ragazzorefrattarioalromanticismo mi vien voglia di essere posseduta per giorni e giorni fin quando non arriva l'esorcista ad intimargli "Esci da questo corpo!".

Tutto questo però fino a quando, come richiamata da una forza magnetica, mi giro verso ragazzorefrattarioalromanticismo e guardandolo mi rendo conto di non aver bisogno di nient'altro; che il sesso con lui è l'esperienza più coinvolgente che io abbia mai avuto in vita mia; che il mio cuore non ha mai battuto così forte se non per spavento; che quando io lo guardo e lui mi guarda è come se non ci fosse nulla intorno a noi; che se morissi domani sarebbe ok perché ho conosciuto lui.

Dopo di che guardo me e mi chiedo: ma come ca**o mi sono ridotta?
L'amore è una brutta bestia, come l'ormone.

sabato 18 settembre 2010

Post 2.0 versione beta.

Come premesso e promesso nel post 1.0  eccovi la mia versione dei miei fatti:

Premessa
Di storie d’amore su di me ve ne potrei raccontare tante, anche se non si possono assolutamente definire tali, per fortuna o purtroppo, però, tutte quante si possono inserire in 2 categorie:
Categoria a:
non mi merita.
Di questa categoria fanno parte le situazioni in cui io, giovane e innocente fanciulla, mi innamoro del più bello e più stronzo in circolazione. Puntualmente il BS (bello e stronzo) ritiene che la sottoscritta sia troppo bruttarella per i suoi standard e così nella versione più crudele la illude spudoratamente, nella versione soft confessa di amare un’altra.
Categoria b:
mi merito questo?
Di questa categoria fanno parte i poveri che si sono innamorati di me. Solitamente bruttini, di scarso intelletto e ancor minore capacità espressiva. Sono una convinta sostenitrice de “la bellezza non è tutto se c’è carattere”, ma guarda caso a me capitavano sempre quelli senza né bellezza né carattere. Ma allora che volete da me?
Capitolo 1: L’amore nasce in situazioni drammatiche.
Tutto ciò finché non conobbi Lui. Chiamiamolo P.
L’ho conosciuto grazie a suo cugino, mio caro amico (che però odia P) e quando lo conobbi ero in piena crisi depressiva, non scherzo: a causa di una ragazza che credevo una grande confidente, ho perso tutte le amicizie care. La ragazza in questione ha sparso voci su mie presunte diffamazioni…e il peggio è che i più l’hanno creduta.
Immaginate lo sconforto. Ero davvero una pezza.
Poi conobbi P: simpatico, sempre allegro, mi voleva già bene, mi abbracciava e scherzava con me con una semplicità disarmante.
E lì crollai. Innamorata. Innamorata persa. Mi si leggeva in viso, mi dicevano tutti. Quando c'era lui, io diventavo luminosa(un lampione insomma).
Innamorata al punto di non mollare mai. Reduce dalle mie esperienze ero convinta che non gli sarei mai potuta piacere come donna, così mi sono accontentata di essere la sua amica. Mogia mogia nel mio angolo di paradiso. Che di tanto in tanto si trasformava in puro inferno.
Capitolo 2: Amore sottobanco.
Da amica sopportavo i suoi continui fidanzamenti, tutte le donne che me l’hanno portato via. Le donne che hanno conosciuto le sue labbra, che hanno sentito da lui parole dolci e hanno sentito il suo respiro sul collo.
Le odiavo tutte quelle donne, e odiavo me, stupidamente timida.
Tutto questo immaginatelo per 3 lunghi anni.
Col tempo siamo diventati sempre più intimi, e le confidenze sempre più serrate. Gli abbracci più stretti, i baci più frequenti. Mi ha forgiata del titolo di migliore amica.
Migliore amica. Io forse non l’ho mai avuta la migliore amica.
P si fidanza, l’ennesima volta. E mi devo sorbire i particolari del suo rapporto. Si, anche quei particolari. E il sangue mi ribolle nelle vene. Chi è questa che arriva e se lo prende, con che diritto? La odio. La chiamo Cosa, qui come nella realtà.
Ma sono la tua migliore amica P, ti devo star vicino, devo sentirti lamentare del vostro rapporto incostante, della sua folle gelosia, e mentre cerco di calmarti in realtà vorrei spiegarti quanto tu sia speciale per me, e quanto io sia perfetta per te. Io Cosa la o d i o.
24 Gennaio 2010, la prima data che ricordo: ho deciso di lasciarti stare. Basta, così non posso continuare. Sei tu che detti l’andamento delle mie giornate, sei tu che rendi la mia giornata buona o meno, che stabilisci se ho voglia o meno di studiare. Basta. Vivo a Roma, ho molte possibilità, sarai l’ennesimo chiodo da schiacciare.
E rimane solo la nostra amicizia.
Gli amici che prima ti incitavano a pensarmi come qualcosa in più, ora incitano me a dimenticarti, a farmi una vita senza te. Perché il mondo continua, anche senza te. Anche mio padre me lo dice:”Se il vostro rapporto è così speciale, perché non l’avete portato ad un livello superiore?”
A:”Non lo so, forse non gli piaccio…fisicamente”
Padre:”Allora non ha capito proprio niente”
E io ci credo, ti lascio lì come amico. Per le occasioni speciali. Ma tu mi pensi ancora come la migliore, e io mi adatto. Provo a farmi una vita senza te.
Ma Cosa non è d’accordo. Pensa che ci sia qualcosa che non va. Pensa che il nostro rapporto sia particolare, troppo profondo, troppo intimo. C’è chimica tra noi, c’è feeling. Cosa è gelosa.
Io ti rido in faccia. Che va a pensare, proprio ora che mi sto disintossicando dall’idea di te al mio fianco. Proprio scema Cosa, io la odio comunque.
Me la fai conoscere,Cosa, convinto che ciò possa cambiare la partita e farci diventare amiche.
Ma io la odio, Cosa, non posso evitarlo.
Ma ancora di più Cosa odia me, profondamente, credo che ogni giorno pensi ad almeno un modo per uccidermi.
Cosa è gelosa, perché mai? Io non sono niente. Non sono bella, non sono affascinante, non ho sex appeal, per te, probabilmente, sono un ammasso di carne e comprensione contro cui strusciarti quando ne senti il bisogno.
Cosa mi rompe e ti rompe le scatole, sempre lì a preoccuparsi che ci sia io ovunque tu vada, preoccupata per il tempo che passiamo assieme.preoccupata dei messaggi innocui che mi mandi. E’ gelosa, lei non ha con te il rapporto che ho io.

to be continued. . . .

*AmaRa*

P.s. Scusatemi se mi sono dilungata, questo l'ho scritto un pò di tempo fa, è in realtà mancante di particolari, ma non volevo tediarvi più del dovuto, solo che in questo periodo le cose si vanno confondendo (capirete di più leggendo la seconda parte della storia) e davvero non riesco nè a rileggere nè a far modifiche...
un bacino a tutte, ci vediamo col post 2.1 versione finale, il mondo visto dalla "migliore amica"! (:

mercoledì 15 settembre 2010

Ci sono. E a volte ci faccio anche.

Mie care bridgettine,
nel mio ultimo post avevo scritto che vi avrei aggiornato il giorno seguente e non l'ho fatto. Perdonatemi, sono una quaquaraquà.
Come quella volta che gli ho detto: ti sarò sempre accanto. Minchiate!*
Vabbè, a dire il vero non è stata del tutto colpa mia. Lui mi ha fatto del male, io ho infranto una promessa: 1 a 1 palla al centro.
Cooooomunque (da leggere come lo direbbe Franklin di "Tutto in Famiglia"), adesso sono qui e vi delizierò con tutte le mie turbe mentali. Siete contente,vero?!

Premessa: la vostra adorata Zula è la regina degli amori non corrisposti.

La vostra adorata Zula non impara mai dai propri errori:
1- Prima storia: Io amo lui,lui non ama me e io ci sto insieme 3 anni tra bassi e bassi.
2- Seconda storia: io amo lui,lui non ama me e io ci sto insieme 1 anno e mezzo.
3- Terza storia: io amo lui, lui non ama me e io ci sto insieme 1 anno e 3 mesi.

E qui la novità.
Quarta storia: finalmente un lui che mi vuole tanto tanto bene e io rovino tutto, capisco la minchiata* e provo a tornare sui miei passi. Tutto inutile. Quindi siamo al punto di partenza, anche la quarta diviene automaticamente: io amo lui, lui non ama me e stavolta non so per quanto ci starò insieme. Io ci starei tutta la vita. *__*

Onestamente, non posso lamentarmi di pocomenocheventenne poi ventenneatuttiglieffetti ora ribattezzato ragazzo refrattario al romanticismo. Ha i suoi difetti come tutti, ma non sono così stupida da non vederli, diciamo semplicemente che li metto un po' da parte.
Solo che di tanto in tanto, mi lascio prendere dallo sconforto e quello che nei giorni normali sembra sopportabile, nei giorni grigi diventa insostenibile.
Esempio numero 1: sul suo profilo facebook c'è un simpaticissimo (ironia eh!) Single.
Ora, dico io: non pretendo certo che tu scriva che sei fidanzato con me, però [bestemmia random] potresti evitare di lasciare quel single dato che, volente o nolente, non lo sei mio caro.
Esempio numero 2: la sua migliore amica è bellissima, ma non posso certo esserne gelosa. Però c'è una [altra bestemmia random] che lo scuncica** sempre e, anche se non la conosco, già mi irrita. Ma che vuoi? Non vedi che ci sono altri millemila ragazzi in giro? Sciò, aria!
Ragazzo refrattario al romanticismo dice sempre di non preoccuparmi, "ché tanto non se lo fila nessuno". Ma ci permetti che ci può essere una che vede in te quello che ci vedo io? E magari è anche più carina, simpatica, intelligente (ne dubito u.u ) di me?   [Se esistesse, sarebbe Cerveza]
Ok, lo so che la maggior parte sono solo turbe mentali come sopra accennato, ma posso essere libera di farmele ste benedette paranoie?
Ecco, il punto è questo, mi da immensamente fastidio che ragazzo refrattario al romanticismo mi prenda in giro per le mie debolezze, a maggior ragione se riguardano il mio rapporto con lui.
O semplicemente è che ho vissuto così tante volte situazioni simili che la mia tolleranza alle paraculate maschili sta andando scemando.
Forse che forse, prima o poi riuscirò a voler bene a me stessa prima di voler bene a qualcun altro.
Per adesso è tutto, passo la palla alla prossima Bridget.
Cordiali saluti,
Zula


* Licenza poetica u.u
** Termine catanese che sta ad indicare: stuzzicare, cercare assiduamente una persona, scherzarci in continuazione, coinvolgerlo in tutte le cose che si intende fare. (Per una traduzione più accurata, si aspetta il ritorno di un paio di miei neuroni)

martedì 14 settembre 2010

Aggiornamento e lamentazione accessoria

Io non ho scritto  da un po', e se volete posso accamparvi seduta stante almeno otto scuse affascinantissime ed esotiche.
Ma la vera verità è che a mio padre hanno diagnosticato una malattia brutta.
Orbene, noi tutte sappiamo che nel rapporto col nostro genitore vada ricercata gran parte delle radici della nostra zitellaggine, nel bene e/o nel male.
In particolare, io col mio genitore ho un rapporto a volte conflittuale, ma soprattutto molto forte e molto serrato, e adunque forti e serrate sono state le bestemmie che ho indirizzato alla volta celeste negli ultimi mesi.
Non sto qua a tediarvi con considerazioni infantili come la strizza che si prova a vedere una persona amata ingarbugliata in un gomitolo di fili trasparenti, oppure con inutili descrizioni di terre che si aprono sotto i piedi sotto il peso di certi pensieri complessi inerenti alla caducità altrui, delle proprie certezze e infine - perché no? non facciamoci mancare nulla! - di se stessi.
Ve lo volevo solo dire, ché, pur anco nel mio costante gigioneggiare insensato e demenziale, forse a volte necessito stupidamente di supporto morale, un virtuale pat-pat sulla spalla.

Comunque vabbè, momento depressivo finito, il mio papo adesso l'hanno operato e pare che stia bene. Però teniamo le dita incrociate che non si sa mai, eh.

Dopo l'aggiornamento, giungiamo indi alla lamentazione accessoria.
Che è la seguente:
cioè oggi pomeriggio io a Uomo l'ho chiamato tipo quattro volte per casini vari che non sto qua a dirvi sennò va a finire che a forza di allungare il brodo ci si annacqua. Evvabbè.
Verso le ore 21:30 squilla il mio cellulare, che sarebbe un segnale tipo "oh tu che hai lo iuenmi che non paghi le chiamate che mi fai, chiamami un po'". Allorché però io non lo chiamo subito essendo che stavo cenando con polpette, insalata e mais che aveva un sapore un po' strano, difatti credo che la mia coinquilina nuova si è sbagliata e si è confusa il sale con lo zucchero. Evvabbè2.
Verso le ore quasi 22, risquilla, e allora lo richiamo pensando ma vedi un po' se una non si può manco finire di infilzare in santa pace gli ultimi cicini di mais dell'insalata con lo zucchero. Evvabbè3.
Uomo parla poi impreca poi riparla e io non capisco se stia parlando con me, con la polizia stradale, o con le frecce della sua macchina che non funziona. In mezzo a questo marasma verbale intendo qualcosa tipo che stava andando da Valerio che faceva le crepes. La mia mente cerca di accorpare i dati, ma dopo un po' vacilla. "Scusa, eh, ma da dov'è uscita mo 'sta cosa delle crepes, ché prima non mi hai detto niente? E soprattutto... chicacchio è Valerio?"
"No... ma Valerio è... oh, scusa, vedo un lampeggiante e sono senza auricolare" silenzio... "eh? cosa mi stavi dicendo?"
"Io? Niente, stavi parlando tu. Mi dicevi di 'sto Valerio. Scusa, ma poi siete solo tu e questo nuovo tizio del quale in quasi cinque mesi che stiamo insieme non hai mai sentito la necessità di parlarmi, e stasera vi scoprite grandi amiconi?" (vabbè, ammetto: l'ultima parte della frase l'ho solo pensata)
"Ah, no, siamo io, lui, altra gente, e l'amica in comune"
"E chi sarebbe st'amica in comune?"
"... colei della quale tu sei gelosa".
AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH! Ella! La grandissima scassapelotas che su feisbuc lo commenta e lo tagga di continuo! La sua ex! Quella con la quale ogni tanto prende e sparisce per una serata intera "perché mi ha invitato a cena" e po' mi richiama quando torna a casa e io gli chiedo allora che vi siete mangiati e lui mi dice alla fine niente, ci siamo messi a chiacchierare e il tempo è volato così, scusa se non ho risposto alle tue chiamate ma il cellulare l'avevo lasciato nell'ingresso e lì non prende tanto bene!
Ora, chi mi conosce bene sa quanto poco io sia gelosa e rompicoglioni per queste cose, di solito me ne sto buonina buonina tranquilla per i fatti miei senza immischiarmi troppo. Anche perché io odio quando la gente rompe le scatole a me se vedo i miei ex, quindi figuriamoci...
Però, cioè, mo, io non voglio dire, ma insomma, ecco, allora, quindi tu ExdiUomo lo inviti a casa tua (perché Valerio fa le crepes, sì, ma a casa tua le fa!), ben consapevole che Uomo sia da mesi e mesi accoppiato con me medesima, e non ti passa neanche per l'anticamera del cervello di invitare anche me medesima. E, cosa più grave, neanche a te Uomo passa neanche per il cervello di dire "ma forse vuole venire anche lei medesima, magari me la porto così le faccio conoscere i miei amici e pure GrandissimaScassapelotas che sta sempre in mezzo ma ancora non ci ho manco mai minimamente pensato a farle incontrare".
Donde il mio profondo scazzo e immenso rodimento (cit.). Anche perché Uomo sta praticamente sempre con me e i miei amici, e se ne risente alquanto se prevedo serate in cui lui non è coinvolto.
Alla fine dei conti, io non sono una di quelle che devono per forza spalmarsi di uno spesso strato di colla vinilica, dopodiché strusciarsi addosso al proprio uomo finché la suddetta non sia completamente asciutta, anzi, sono una forte fautrice delle reciproche indipendenze.
Però stasera ci ho visto rosso.
Non so se sia perché lui abbia fatto la genialata di chiamarmi solo all'ultimo momento per evitare ogni mio possibile "uuu, posso venire anch'io?" (che molto probabilmente neanche gli avrei detto, preferendo io ingozzarmi di insalata verde e mais allo zucchero con la mia migliore amica facendo battute sceme all'inverosimile, alle seppur ottime crepes dell'altrettanto ottimo Valerio).
O forse perché mi arrabbio per il fatto che lui sa bene che sono gelosa di GS, e che potrebbe pure farmela conoscere per fugare ogni mia nube di dubbio, e invece pare goderci ad acuire la cosa.
Oppure, magari, mi dà fastidio che GS ignori platealmente la mia esistenza, come se fossi un fantasma. Non dico che dobbiamo essere amicone, ma se ci tieni tanto a lui potresti almeno degnarmi di una stretta di mano (tanto Grandissima Scassapelotas sei, e Grandissima Scassapelotas resti, non ti illudere. Scassapelotas tu e i link scemi che gli tagghi su feisbuc. Tiè!).
E poi non lo so, c'è pure il fatto che lui sta sempre, sempre, con me e i miei amici. Il che mi fa anche piacere, ma se capita che io mi organizzo senza di lui, lui un attimino se ne risente. E allora come la mettiamo? Tu puoi, e io invece devo essere la tua dolce metà in tutto e per tutto?
No, no, non ci siamo.
Da ora in poi, scatta la rappresaglia: allerto Gabby (mia migliore amica) e relativo fidanzato, e MisterConga (mio migliore amico), li metto a parte della cosa, e da domani si dà il via alla rappresaglia.
Tzè!

(e, con questo post chilometrico, direi che mi sono messa in pari e posso pure campare di rendita per un paio di mesetti)

venerdì 10 settembre 2010

Post 1.0


Il mio primo post su questo blog. Che dire!
Ecco…che dire?
 Sono zitella, convinta oserei dire. Convinta che forse si stia meglio così. O forse no.
Sono zitella perché non c’è motivo probabilmente, per scelta, si dice, si per la scelta mia che ricade puntualmente sull’essere sbagliato.
Ah, mi chiamo Amara, quasi dimenticavo, e sono amara.
Con gli uomini ho 2 fondamentali problemi:

Problema numero 1:“
Se ami qualcuno lascialo libero”.
 Concetto spaventoso per i più che, volendomi solo ed esclusivamente per sé hanno fatto solo in modo che fuggissi via il più lontano possibile. Come dire, ci tengo alla mia indipendenza, in maniera quasi morbosa forse, però non riesco a farne a meno. Dico, ma un po’ di libertà non piacerebbe anche a te? E siamo pur sempre due persone separate.
Sarà che odio la routine e le frasi fatte, o il dover stare insieme per forza, ma a me è venuta voglia di trasferirmi e così ho fatto. Così, almeno, quando torno a casa son tutti felici di vedermi, e vogliono stare con me perché vogliono, non perché devono.
Utopia.

Problema numero 2:
“Non desiderare donna d’altri…anzi, non desiderare altra donna”.
 Fatelo capire un po’ in giro, soprattutto ai ragazzi fidanzati che cercano me, che già sono a quota 3. Non sono Samantah Jones di Sex and the City (ma cavolo, e come vorrei!), non sono né un passatempo né una seconda scelta e poi, per solidarietà femminile mi trovo costretta a dover rifiutare occasioni d’oro (ultima fra le quali: lui, e per lui intendo l’essere che è il mio chiodo fisso da ormai 3, e ripeto 3 anni… anvedi che st+++o, ma vi racconterò questa storia la prossima volta). L’unica domanda che mi sorge spontanea è: perché?

Allora aveva ragione Leela quando disse a Fry che l’aveva appena invitata per un appuntamento :
“Fry,tu sei un uomo e io una donna, siamo troppo diversi!”


Amara