giovedì 28 luglio 2011

L'inaffidabilità delle voragini moderne


Posso cominciare che vi racconto che ero nella stanza, la stanza di quello che una volta tempo fa eravamo innamorati (po' esse) ma adesso non più e quindi siamo quello che si dice "amici", ma siamo pure quello che si dice "ex", e faceva caldo nella stanza di questo qua, e quindi io mi ero tolta camiciola e pantaloni e orecchini e fermacapelli e scarpe e mi ero messa canottiera pantaloncini e calzettoni per camminare scalza tranne che nel bagno ché aveva piovuto con la finestra aperta e quindi era bagnato.
Quando io ero nella stanza di questo qua ma mi ero rimessa la camiciola perché stavamo per andare al cinema, è tornato suo padre e mi ha detto ciao Ciccu', posso entrare? e io gli ho detto di sì, che poteva entrare e mi stavo rimettendo un orecchino ma ero scalza e ancora coi pantaloncini, allora ho provato a immaginarmi cosa sarebbe successo se si fosse aperto un buco circolare di settanta centimetri di diametro sotto i miei piedi e io avessi cominciato a precipitare giù, giù fino al primo piano del palazzo e anche eventualmente il garage se ce n'era uno, perché cosa volete che pensi il padre di uno che trova la ex del figlio nella stanza in pantaloncini corti che si sta rivestendo per andare al cinema? ma il buco non si è aperto. Peccato.

"No ma non ti preoccupare tanto mio padre non pensa niente di strano, figurati, dai, siamo amici..."
"E del fatto che dopo il cinema non ti sei ritirato a dormire e sei stato via tutto il resto del giorno successivo, neanche di quello dovrebbe pensare niente di strano?"
"Eeehhhh... posso fare che gli dico che ho dormito nella stanza della tua coinquilina"
"Vorrei essere inghiottita da una voragine, adesso, mo, qua, subito"
Non si è aperta, di nuovo.

Oggigiorno, trovare una voragine col giusto tempismo è diventata cosa più rara di un aggiustatore di lavatrici competente.
 

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