martedì 12 luglio 2011

Questo lungo racconto notturno per quando c'è troppa afa

Poniamo che un giorno invitiate a pranzo il vostro più recente Eccs. Che si chiama Eccs per distinguerlo dagli Ex in quanto non si può proprio definirlo un Ex per la natura atipica del rapporto che in precedenza vi ha legati: rapporto atipico, grafia atipica.
L'Eccs viene non già a pranzo, ma più tardi, tardi... tardo pomeriggio, diciamo. Che è pure periodo d'esami e state sole a casa tutto il santo giorno voi e il libro il libro e voi ed egli - libro - vi fissa e non favella non vi dà neanche la soddisfazione di tenervi compagnia durante il pranzo ché lui al massimo vi sputa addosso numeri e sigle e vi guardate le gambe che sono bianche e tempo addietro avete scelto di non avere la televisione quindi non ci sono voci di chiacchiericcio inutile e vano tutt'al più potete provare a vedere se alzando il volume delle casse al massimo la voce di De Andrè riesce a dribblare i rumori delle macchine delle moto le grida dei passanti le sirene delle ambulanze e arrivare fino a voi che non potete concedervi neanche il beneficio del mal di testa. Poniamo.
L'arrivo dell'Eccs non visto da lungo tempo verrà salutato con salve di cannoni e finestre pavesate a festa, si parlerà di questo quello e quell'altro ancora. Magari lui poi scherza sulle vostre tette, può darsi, voi siete composte - più o meno - è un Eccs, vi ripetete, ve lo ripetete pure quando finite per abbracciarvi e poi vi sdraiate insieme sul letto e la sua mano pellegrina intraprende la scalata della cima puntuta della vostra tetta destra, allora finisce che combinate strani giochini con la lingua alle sue dita, e la voce di lui dice no, mentre la mano pianta bandiere e si installa in pianta stabile sulla vetta di cui poc'anzi. A cotanta ambiguità voi, pragmatiche femmine del sud, son certa rispondereste prendendo in mano la situazione e provando a baciarlo. Ma lui si scanserà, mentre le sue dita ancora soggiornano sulla cima dei monti, e poi vi dirà per esempio che si sta vedendo con un'altra. Voi probabilmente rivedrete para para nella vostra mente una scena di otto anni fa, vi sentirete come delle bimbe colte con le mani nella marmellata, con quel senso di bruciore alle guance, gli occhi che vorrebbero abbassarsi ma non sarebbe gesto da pragmatica femmina del sud, da orgogliosa femmina del sud provocata e poi umiliata che senza volerlo ha comunque insidiato il territorio di un'altra femmina. A quel punto l'unica cosa che vorreste è veder sparire all'istante l'Eccs, comprensivo di tutte le sue appendici digitali - che a questo punto scaccerete in malo modo dalle scoscese pendici del monte tetta destra -. Siete però pur sempre esseri civili, e civilmente chiuderete la questione con Eccs, che però parrebbe sentirsi anche un po' in colpa pure lui, non indagherete, prenderete per buono e in buona fede il suo deragliamento anche perché porsi troppe domande comporterebbe una fatica mentale che non siete in grado di compiere per via dell'afa e dello sguardo accusatorio del libro geloso e abbandonato.
Poniamo che a questo punto vi sentiate una specie di vulcano che ruggisce dentro, e consapevoli di poter spegnere l'eruzione solo gettando benzina sul fuoco chiamerete uno dei vostri migliori amici per una serata alcolica. Ma il vostro amico non risponderà, e allora vi rivolgerete a un Ex - questo, stavolta, compiutamente tale, con tanto di litigate e rinfacci alla fine della storia -, il quale di buon grado accetterà la vostra proposta. Amico nel frattempo vi richiamerà, proprio quando starete lì lì per prendere il treno per andare da Ex, e gli racconterete tutto e lui vi dirà che soprattutto non è il caso di andare da Ex, non con tutto questo rodimento in corpo, non per una serata alcolica, "ché poi si sa come vai a finire tu quando bevi". Ma voi il treno lo piglierete lo stesso, perché Ex se è Ex ci sarà un motivo e negli ultimi tempi della vostra storia vi attraevate come due poli negativi della calamita e l'avrete fatto sì e no due volte nell'ultimo mese insieme prima della rottura e l'ultimo complimento che vi ha fatto nel corso dell'ultimo anno è stato "perché vabbè tutto sommato te mica sei un cesso a rotelle".
Arrivate sotto casa di Ex, dovreste aspettarlo, ma vi scapperà la pipì e quindi salirete, e lui vi verserà uno poi due poi tre bicchierini di cosa assai alcolica e ghiacchiata seduti sul balcone, col ponentino che vi accarezza la nuca e i capelli tirati su, riderete tantissimo, voi e Ex. Poi arriverà suo padre, che anacronisticamente conoscerete per la prima volta, e lo troverete anche simpatico, al punto che alla fine neanche uscite più perché voi - ubriache come le cocozze - ed Ex resterete a casa ad ascoltare racconti di vecchi episodi d'infanzia di Ex, e poesie belle in dialetto, e il padre di Ex vi riempirà la borsa con una degna delegazione dei suoi millemila libri "visto che ti piace leggere", ed Ex poi vi dirà che gli siete state proprio simpatiche, a suo padre, se vi ha prestato quel libro di poesie ché ci tiene tantissimo, ma la cosa è reciproca perché anche a voi seppur ubriache vi sarà stato assai simpatico il padre di Ex che ha smesso di essere solo una voce al telefono che dice ahseiciccuzzavuoiexadessotelopassosubito ed è diventato pure un corpo un sorriso mani che sfogliano.
Quando il papà di Ex sarà andato a dormire, sarà però ormai troppo tardi per uscire, e allora vi getterete sul letto a parlare inframmezzando le parole con altri bicchierini di quella cosa assai alcolica e ghiacciata, prima di farvi riaccompagnare a prendere un bus notturno. Parlando, può darsi che anche Ex si sdrai accanto a voi, e che vi tenga abbracciate, e che sia bello sentire delle braccia intorno e che queste si rivelino efficacissime domatrici di vulcani insieme alle poesie, alle risate, ai discorsi "io sono ancora innamorato di Quella", "io invece non sono innamorata di nessuno, non mi voglio innamorare". Allora magari affiora sulla superficie alcolica la domanda dell'autostima ferita, "ma io sono carina?" perché una femmina rifiutata la prima cosa che pensa è che non è abbastanza femmina, che non è abbastanza bella - anni di femminismo gettati al vento, welcome Dr. Freud -. E lui non vi risponderà, ritufferà la testa nei vostri capelli e vi dirà di non tagliarli mai più così corti come a settembre di quell'anno, e poi di bacio in bacio dalla fronte arriverà alle labbra. Dopodiché tutto fluisce per le sue vie naturali, in un movimento che a fotografarlo da fuori sono due persone che non sono innamorate ma lo sono state ma si vogliono bene e siccome sono molto rigide fino a due ore fa avrebbero riso in faccia a chiunque avesse azzardato l'ipotesi di vederle nude coi fiati in sincrono e gli occhi sgranati e le mani intrecciate in un modo che pensavano di esserselo perso persino prima di lasciarsi; ma quel movimento visto da dentro è acqua che si muove cercando le sue vie senza pianificare con le mappe dei geometri e le attrezzature dei geologi e si trova la propria strada da sé.
E no, non lo amerete daccapo Ex, neanche vi passerà per la testa come non passerà per la sua, ma rimanere abbracciati è la cosa più facile del mondo, e pure quella più giusta stamattina che si sta facendo l'alba e quei colori oltre le case oltre il fiume sono così belli, come pure i baci suoi, come pure le carezze, in questo istante, e quest'altro, e questo, e poi ciao buona giornata ci sentiamo ciao.

2 commenti:

  1. tu devi scrivere un libro!!assolutamente!!sei la versione "femmina"di stefano benni :)


    engi

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