martedì 7 giugno 2011

Il post im-post

Innanzitutto, non è mica facile decidermi sul tema di questo post: dovrà essere un aggiornamento sulla mia situazione sentimenDala (per non essere brutale e chiamare le cose col loro nome...) oppure una cosa da Zitella seria che s'interroga sulla Vita l'Universo e Tutto Quanto?
Dilemma.
Volendo parlare della prima cosa, dovrei informarvi che il mio ritorno in DIAS immine, immine in un modo imminentissimo. Eravamo rimaste al fatto che avevo conosciuto questo tizio, bello come una torta caprese con due centimetri di glassa al cioccolato sopra, ma non altrettanto scuro. E' pure simpatico, il tizio, con le sue idee anarchiche tipo che se sto facendo una cosa io al cellulare e ai messaggi  non ti rispondo perché sono completamente calato nel momento, mica come te che devi sempre programmare e organizzare tutta la tua vita in anticipo e non ti godi mai un cazzo, e non ti scrivo neanche dopo su fessbuc perché io non sono maniaco come voi che vivete la vostra vita attaccati a queste macchine. Avessi avuto diciassette anni, forse pure venticinque - ho fatto tardi lo sviluppo -, mi sarei innamorata di lui e gli avrei dedicato tutta la serie completa di poesie di Ginsberg/Cohen/Prévert e tutta quella gente là, in un impeto da ragazza adolescente sfatta dal suo sentimento che s'innamora del bello e maledetto che se la caga solo a pois perché rivendica il suo diritto di essere cittadino del mondo e pertanto icona vivente della libertà morale e amorosa (fine).
Però di anni ne ho ventotto, volendo essere buona con me stessa e non specificando che in realtà sono quasi ventinove.
Da cui ne deriva che, per quanto uno possa essere bello al punto che ogni volta che lo guardo inevitabilmente m'incanto come una vecchia rattusa su questo o quel particolare - gli occhi, quando mi parla; le mani, quando guida; il culo, quando sale le scale -, bisognava proprio che io mi fossi completamente rimbecillita per lui, o che, in alternativa, lui fosse il più memorabile maneggiatore di capezzoli femminili (o altre cose a piacere, ma insomma, ci siamo capite) che io avessi mai incontrato sulla mia strada, per poter portare avanti una cosa che lui si ostinava a non voler definire trombamicizia, ma che io, pur grande collezionista di sinonimi, non sapevo in che altro modo chiamare. Purtroppo nessuna delle due cose si è verificata: né io mi sentivo il fatidico battaglione di farfalle nello stomaco al solo pensarlo, né lui - per quanto si sia battuto onorevolmente - si è distinto a tal punto nelle attività ludiche da letto da indurmi a rimanergli saldamente azzeccata.
E sono assai convinta di aver fatto bene, ché tanto comunque era palese che come "relazione" non sarebbe andata avanti molto a lungo. Certo, però, non posso negare che il rivederlo dopo quasi un mese alle prese con una rampa di scale mi abbia smosso quel fremito. Ma poi mi sono ricordata del suo discorso sui telefoni, e del fatto che cinque minuti prima l'avevo visto guidare al centro strada perché troppo impegnato a mandare un sms, e tutto mi è morto dentro così, come se nulla fosse stato.

Volendo parlare della seconda cosa, invece, avrei dovuto pensarci prima perché mo è tardi e ho da fare e non ho più il tempo per tediarvi con le mie riflessioni da Zitella seria. Tanto la risposta sarebbe comunque stata quarantadue.
Ciao a tutte.

1 commento:

  1. La risposta è SEMPRE quarantadue.

    (Ommioddio ha un asciugamano!)

    Comunque, credo che nel mondo ci siano troppe scale.

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